Cronache di caduceo 1260
Montecastello,
Castelbruma
Dal quinto al settimo giorno della seconda
decade di caduceo
1260
L'Assedio di Montecastello
Nelle Terre Spezzate l'inquietudine si fa palpabile. Di bocca in bocca corrono notizie, fandonie, illazioni. Nelle torri le guardie dei Signori dormono male, le sentinelle scrutano l'orizzonte fino a massacrarsi gli occhi. Un filo di fumo, il bagliore d'un fuoco nella notte possono significare l'inizio della fine per ogni città. Nelle terre ad ovest la guerra è in ogni luogo, se una città non è in fiamme è assediata. Centinaia di rifugiati, mutilati, disperati si accalcano nei cortili, nelle piazze, davanti alle porte delle Rocche, smaniano per entrare pregano per avere salvezza dall'orda che tutto divora nella sua avanzata.
A Nord gli ashai sono sciamati oltre i Turindi, la valle dell'orso è minacciata; i passi di
Castelbruma tengono duro, ma l'ovest è perduto.
A
Valleterna la fragile Monfiore affronta solitaria le armate nemiche, è solo questione di tempo prima che giunga la fine.
A
Neenuvar i boschi pullulano di creature aliene, le città dei figli degli Elfi non sono che isole in un mare di terrore.
A Sud, dopo la caduta dei porti delle spezie e della costa, anche l'opulenta Vigezia è assediata; le città di Meridia cadono una a una sotto i colpi dell'immensa armata ashai.
E Corona? Dimora, la città del Re, sente che le sue coperte non sono abbastanza spesse per ripararla dal gelo che la attanaglia.
Corona trema.
Da Montecastello giunge un ultimo disperato messaggio...
- Mio Principe, è la fine. Gli ashai sono entrati. Dalla mia ultima missiva gli assalti non sono cessati un istante. A prezzo di centinaia di vite, che per loro sembrano non contare, ci hanno logorato, schiacciato grazie al loro numero. Una ad una le porte sono cadute. Una volta superato il ponte orientale e valicato il fossato, molte delle loro scimmie mostruose hanno scalato le torri e invaso gli spalti. Presto le mura orientali erano nelle loro mani. Ser Cozzaferro ha guidato un contrattacco e ripreso per un attimo il lato interno del fossato, ma presto è perito, sopraffatto dal numero delle lucertole, le sue ultime parole furono per sua figlia Henia. Da allora è stata solo questione di tempo, i cortili ci sono stati strappati uno dopo l’altro ed ora solo il Mastio regge ancora. La fortezza dei miei padri è caduta. La via per la pianura di Castelbruma è ormai aperta. Vi chiedo perdono Altezza per non aver saputo proteggere la nostra terra. Vendicatemi se potete, sono certo che se Gastaldo fosse stato qui avremmo potuto resistere…
- CAVE LUPUM!
- Riccardo Portalupo, Duca di Montecastello, terzo del suo nome
Riassunto di quanto accadde
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